Quotidiano Arte – Il restauro della Basilica della Natività nel docufilm “Restaurare il cielo”

Il restauro della Basilica della Natività, promosso nel 2013 dall’Autorità palestinese, ha coinvolto le tre confessioni che custodiscono il luogo della nascita di Cristo (ortodossi, cattolici e armeni), finanziatori da tutto il mondo e oltre 60 ditte specializzate a cominciare dall’italiana Piacenti che si è aggiudicata il bando per l’esecuzione dei lavori sotto la supervisione universitaria.
“RESTAURARE IL CIELO” il film documentario di Tommaso Santi, è dedicato all’epocale restauro di questo tesoro dell’umanità: la Basilica della Natività di Betlemme. Il film racconta passo dopo passo questa incredibile avventura e svela la meraviglia di un luogo simbolico che racchiude tra l’altro la grotta del Bambino Gesù.
Fondata in epoca costantiniana e poi ricostruita nel VI secolo dall’imperatore Giustiniano, la Basilica ha attraversato tutta la storia della Palestina resistendo a invasioni, guerre, dominazioni; ma l’incuria, il tempo e le infiltrazioni hanno compromesso gravemente l’edificio rendendo necessario un grande restauro che ha dato vita, in questi anni, a un vero cantiere medievale, una “fabbrica del duomo” in cui le maggiori competenze e specializzazioni hanno ridato luce ai tesori perduti. Prima fra tutte la magnifica decorazione a mosaico del XII secolo, che comprende la processione angelica, di cui sono oggi sopravvissuti circa 130 mq di tessere musive originali, oggetto di un pensiero da parte di Papa Francesco. “Mi è stato riferito – ha detto in udienza nel giugno scorso – che nel corso dei restauri è venuto alla luce un settimo angelo in mosaico che, insieme agli altri sei, forma una specie di processione verso il luogo che commemora il mistero della nascita del Verbo. Questo fatto ci fa pensare che anche il volto delle nostre comunità ecclesiali può essere coperto da ‘incrostazioni’ … ma tutti voi con i vostri progetti e le vostre azioni potete cooperare a questo ‘restauro’ perché il volto della Chiesa rifletta la luce di Cristo”.

Read the complete article on quotidianoarte.it