Quotidiano Arte – Parla italiano la rinascita della Basilica della Natività a Betlemme

Sono italiani i restauratori che costituiscono il gruppo di lavoro che ha avuto l’incarico di restaurare la chiesa di Betlemme, simbolo della cristianità, oggi custodita da tre confessioni: la Chiesa greco-ortodossa, quella cattolica latina e la armena diverse e troppo spesso litigiose.

Fortemente danneggiata da infiltrazioni d’acqua, incendi, terremoti, e dalla presenza dei visitatori, la Basilica della Natività, che contiene la grotta in cui si pensa sia nato Gesù, ora tornerà nello stato di buona conservazione grazie proprio al team di specialisti italiani guidati da Giammarco Piacenti, come sempre i più qualificati al mondo. I lavori voluti dall’Autorità Nazionale Palestinese, che ha indetto un bando per l’affidamento dei lavori, sono stati affidati all’impresa italiana Piacenti di Prato.

Sono già restaurate le capriate lignee ed il mosaico ed il completamento dovrebbe avvenire a Natale 2016. “La particolarità dell’intervento nasce già dalla natura dell’edificio che é stato costruito dai migliori progettisti, con la massima tecnologia e materiali di ogni epoca in cui si sia operato su questo manufatto, da Elena a Giustiniano ai Crociati ai Francescani ai Greci. Ognuno ha rispettato i lavori precedenti e conservato fino a noi metodi interessanti e a volte inaspettati”, racconta Piacenti all’Ansa e prosegue: “Alcuni particolari tipo i chiodi sono di dimensione opportunamente calibrata fino a misure di 60 cm di lunghezza e fatti talmente bene che vengono tutti riutilizzati nelle stesse posizioni”.

La Chiesa fu costruita dall’imperatore Giustiniano nell’anno 531 sul luogo dove sarebbe nato Gesù; fu ripetutamente modificata nel corso dei secoli e si ha traccia dell’ultimo restauro che risalirebbe alla metà del 1400 per volontà dell’allora guardiano Giovanni Tomacelli. Riporta il sito ufficiale della Basilica: “ Il legname, pagato da Filippo il Buono di Borgogna venne trasportato dalle navi veneziane, mentre il piombo per la copertura fu regalato dal re Edoardo IV d’Inghilterra. Un successivo rifacimento a opera dei Greci venne effettuato nel 1671; in questa occasione fu sostituito il legno di cedro con quello di pino come testimoniato dal padre Nau”.

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