Le dimensioni e la planimetria attuali risalgono al cinquecento infatti, l’edificio fu costruito praticamente ex novo intorno al 1530 per conto di Bartolomeo (Baccio) di Filippo Valori, il quale aveva fortemente incrementato i suoi possedimenti già nel corso del quattrocento. Le imponenti proporzioni, insolite nel territorio fiorentino del XVI secolo, ne evidenziano la preponderante funzione rappresentativa, rispetto a quella di centro amministrativo e per questo fu definita “villa più che reale” (B. Varchi). Nel 1557 la villa passò di proprietà ai Rossi di San Secondo, ai quali poi rimase per più di un secolo, fino al 1693 quando venne acquistata per ventunomila scudi da Francesco Tempi.

Francesco Tempi ottenne nel 1714 il titolo nobiliare facendo dichiarare marchesato l’ampia tenuta, la quale rimase alla sua famiglia fino all’estinzione nel 1770. La villa passò quindi a Ferdinando Marzi Medici, il quale assunse il cognome e il marchesato dei Tempi. Nel 1847 si estinse definitivamente il casato con Luigi Tempi i quali beni pas-sarono alla nipote Maria Ottavia Vettori Guerrini. Nel 1937-38 la tenuta fu acquistata dei Coppedè.

Malgrado l’enorme fama di cui godé fin dall’inizio questo edificio, non si conosce il nome del progettista. Nel 1598 Giorgio Vasari il Giovane, ne rilevò la pianta e la inserì tra gli edifici più rappresentativi del tempo.La particolare pianta a C della villa (simile all’attuale), non aveva riscontri al periodo nel territorio fiorentino, si ispirava forse alla Farnesina (1505-11) di Baldassarre Peruzzi. Mancano al riguardo valide attribuzioni antiche e solo nel dopoguerra Giuseppe Marchini ha avvicinato il progetto a Baccio d’Agnolo, rilevando inoltre collegamenti con le opere del fiorentino Simone del Pollaiolo detto il Cronaca (palazzotto Corsi e palazzo Guadagni).

SAGGI STRATIGRAFICI E INDAGINI

In merito ai saggi stratigrafici effettuati presso alcuni locali si fa presente che sotto alcuni strati d’intonaco delle volte, non risultano particolari decorazioni né zone affrescate. Locale a volta a piano terra: si ritrovano solo sulle pareti porzioni di decorazioni ottocentesche, con balze scorniciate e basamenti in basso, ornati da ellissi floreali mentre in alto sempre lo stesso motivo fa da perimetro alla trabeazione. Sulla volta invece non si riscontrano decorazioni degne di attenzione, solo coloriture a campitura uniforme.

Galleria